la clessidra ha scritto:
Altezza Reale la pregherei di esprimersi con + chiarezza
scusa il ritardo, ma appunto quando l'interlocutore merita una risposta e non una battuta, occorre il tempo per riflettere (la richiesta di semplificare il proprio pensiero è una delle più difficili da soddisfare).
Comincio col dire che spero bene che noi non si sia in campi opposti (anche perchè pensare di chi ha opinioni diverse, che è a favore del terrorismo, o al contrario dell'imperialismo, è un ragionamento in bianco e nero che non accetto), e sì, ho fatto qualche gg a cavallo di ferragosto, il resto ad ottobre...
proverò quindi a spiegare cosa intendo dicendo che il discorso contro la violenza è astratto.
Situazione: automobile che corre lungo la strada davanti a una scuola, limite di 50 km/h, velocità della macchina 80 km/h; il guidatore sta pensando.
Ragionamento corretto, ma astratto: non bisognerebbe andare così forte, dovrei rallentare (senza però farlo).
Ragionamento concreto: è meglio se rallento (segue rilascio del pedale dell'acceleratore diminuzione della velocità al di sotto del limite).
Ora trasportiamo questo esempio nel contesto "violenza": la violenza è una cosa deprecabile, ma qual è il comportamento che possiamo applicare che corrisponda a rilasciare l'acceleratore? Io non ne vedo nessuno: la macchina su cui siamo supera il limite di velocità, ma non siamo noi alla guida, nè possiamo arrivare al freno a mano, nè tantomeno scendere (anzi, spesso e volentieri stiamo dall'altro lato del paraurti...). Dunque che possiamo fare per evitare di uscire di strada/essere investiti?
L'unica maniera è convincere il pilota a rallentare, e fuor di metafora ciò corrisponde ad educare chi tiene certi comportamenti a cambiarli (oltre che a rimuovere le cause che li scatenano, se è possibile: riprendendo l'esempio costruendo più strade, e più aree pedonali...); è un processo che richiede tempi lunghissimi (proprio perchè occorre partire dalle generazioni più giovani) e che è in ogni caso soggetto a errori e omissioni (nel senso che non tutti saranno cmq educati: alcuni rifiuteranno questo tipo di educazione, e continueranno cmq a pestare il piede).
Nel frattempo, essere contro la violenza è giusto ma appunto astratto, perchè l'unica risposta possibile a breve termine è la repressione (ovvero punire con la multa quelli che si fanno "beccare" a superare il limite, fermo restando che molti altri non verranno mai beccati e continueranno a esercitare la violenza indisturbati, per esempio tra le mura domestiche, lontano dai riflettori della televisione); e la repressione E' una forma di violenza, ancorchè inevitabile.
La conclusione qual è? Possiamo continuare a comportarci come prima e dire che "io guido benissimo, la colpa è degli altri che vanno piano", oppure modificare leggermente i nostri comportamenti (allacciare la cintura e non comprare più fuoristrada) o anche pesantemente (mollare l'auto e andare coi mezzi pubblici), ma questo non ci metterà mai al sicuro dalla violenza, che esisterà nella società fino a quando non se ne rimuoveranno le cause (e anche dopo, visto che c'è anche chi la pratica senza alcun motivo): anche se il ritmo di vita odierno fosse tale da non richiedere automobili, ci sarebbe comunque chi le compra perchè corrono forte....
E allora che si fa? Come ho detto sopra, si cerca di spiegare e soprattutto capire, senza semplificazioni banali del tipo "noi e loro", e si reprimono i casi criminali di cui si viene a conoscenza, per proteggere quello straccio di società che abbiamo messo in piedi; ma SENZA sfoggiare una superiorità morale che non c'è.
Spero di aver chiarito.