Allora, sul punto 1 passo. Mi riprometto di tornarci poi, anche se te la butto lì (poi magari è una considerazione sbagliata), ma secondo me dentro le cellule avvengono reazioni chimiche che a quel livello "non passano" per reazioni termodinamiche, ma per modifica di legami chimici senza trasferimento di energia sottoforma di calore, ma solo di energia di legame, e solo a un livello un po' più alto, sempre all'interno delle cellule e anche fuori, avvengono le classiche reazioni di combustione o ossidazione con emissione di calore, per questo gli organismi biologici sono così efficienti. Ma come dicevo, devo ripescare vecchie letture prima di dare una risposta....
sul punto 2 invece, resto della mia idea (che poi non è solo mia). Occorre distinguere prima di tutto l'evoluzione "molecolare" da quella delle specie.
L'evoluzione molecolare segna la comparsa di nuove molecole da molecole precedenti, e qui torniamo ai mattoni della vita, e ovviamente in questo caso la complessità delle molecole è andata crescendo, ma solo nei primissimi miliardi di anni da che è comparsa la vita, quindi è vero che è andata di pari passo con l'evoluzione se vogliamo (prima solo brodo primordiale, poi aminoacidi, proteine, rna, enzimi...), però, i mattoni di base della vita, una volta che si sono formati non sono diventati "sempre più complessi", tranne ripeto nella fase iniziale: ancora oggi tutte le forme di vita, dalle più semplici alle più complesse hanno le stesse identiche basi, gli stessi identici amminoacidi, le stesse proteine (o meglio proteine diverse tra loro, ma non è che noi mammiferi abbiamo proteine più lunghe e più complesse di quelle dei batteri, nè più diversificate come funzioni), e stesso discorso, la complessità del nostro DNA (parlo sempre a livello molecolare) non è tanto maggiore di quella di esseri cosiddetti "inferiori": il cane ha 78 cromosomi, il pesce rosso ne ha 96 contro i nostri "soli" 46. Chiaro, se paragoniamo il nostro DNA a quello dei procarioti è molto più complesso, ma ce ne è molto meno nel mondo, perciò se guardi la cosa dal punto di vista dei procarioti, o di un visitatore che fa considerazioni statistiche sul nostro pianeta, gli eucarioti rappresentano una "minoranza complessa" in un mondo di organismi per lo più semplici.
L'evoluzione delle specie ha anch'essa conosciuto una prima fase di boom di complessità (dalla comparsa della vita fino a 400-500 milioni di anni fa), ma dopo questa fase ha arrestato la propria crescita e da allora è rimasta sempre allo stesso grado di complessità media...
Siamo noi esseri umani, (forse Darwin compreso, visto che pure lui comunque è vissuto in un periodo antropocentrico) a considerarci superiori perchè intelligenti, queste sono considerazioni più filosofiche che scientifiche, ma restando sulla "complessità" (che invece è matematica, o in qualche modo misurabile), il fatto di poter scrivere un blog su questi massimi sistemi non ci rende necessariamente più complessi... O meglio, forse c'è una piccola parte del nostro cervello che è molto più complessa di quella di tutti i cervelli delle altre specie, ma ciò è dovuto al fatto che nel nostro caso l'evoluzione ha intrapreso questa strada e l'intelligenza ha rappresentato per noi un vantaggio evolutivo. Questo però non significa ne che: a) questa sia "la regola dell'evoluzione", ne che: b) siamo più complessi in senso assoluto a qualsiasi altra forma di vita.
Anzi, se analizziamo la storia evolutiva possiamo trarre solo una conclusione: noi umani siamo un ramo morto dell'evoluzione, in quanto unica specie sopravvissuta del gruppo degli ominidi, e risalendo l'albero troviamo pochissime specie nella famiglia degli ominini (scimpanzè, gorilla e orango, basta...), troppo poche per aspettarci che la nostra specie o altre specie simili proseguiranno nei prossimi milioni di anni dando vita ad altre specie intelligenti, se si considera che statisticamente una specie ha il 99% di probabilità di estinguersi e solo l'1% di generare nuove specie....
E, quando dicevo che i rappresentanti delle specie attuali erano già presenti in forma simile già centinaia di milioni di anni fa, intendo sul serio, cioè non in versioni più semplificate di oggi, ma con lo stesso grado di complessità (attenzione, non parlo di "miliardi" di anni fa, perchè ovviamente se si va troppo indietro si finisce per cozzare con i primordi della vita, che per forza di cose erano meno complessi...).
Mi spiego: i mammiferi di oggi non sono "più complessi" dei mammiferi di ieri: il gruppo dei mammiferi era già presente nelle ere in cui "dominavano" i dinosauri (NB ho messo dominavano virgolettato, perchè anche quando c'erano i dinosauri il mondo non era dominato da loro, ma da batteri e virus come oggi...

). I mammiferi di oggi e quelli di ieri sono complessi allo stesso modo, (in media, chi più chi meno), persino gli uccelli, che discendono dai dinosauri, non sono necessariamente più complessi di questi: anche i dinosauri avevano le piume e volavano. I fiori di oggi non sono "più complessi" di quelli antichi: da che sono comparsi i fiori delle prime angiosperme non si è andati necessariamente verso una struttura del fiore più complessa: i primi fiori "veri" erano simili a quelli delle attuali magnolie, gruppo antico che troviamo ancora oggi senza che si sia necessariamente complessificato. Certo, i primi fiori erano qualcosa di mai visto prima, nati per consentire la fecondazione "interna" e quindi servivano nuove strutture per attirare gli insetti e meccanismi per far entrare il polline all'interno, ma questa "nuova complessità" non era fine a sè stessa, ma legata a una necessità evolutiva del momento, e che poi ha avuto successo, come avrebbe potuto anche non averlo....
E infatti i "fiori" degli attuali salici e pioppi si sono de-complicati, tornando a semplici produttori di polline trasportato dal vento, in quanto a un certo punto per questi alberi era più efficace ed economico tornare a un'impollinazione anemocora....
Stesso discorso vale per la struttura delle monocotiledoni (che sono più "evolute" perchè comparse dopo le dicotiledoni) ma hanno una struttura più semplice, per lo più erbacea, non hanno fusti legnosi perchè in questo caso la semplicità ha dato un vantaggio evolutivo e una più rapida riproduzione e colonizzazione di nuovi habitat, e oggi esistono molte più specie di monocotiledoni rispetto alle vecchie dicotiledoni e ancora più vecchie conifere...
Insomma: il fatto che le specie si estinguano e nuove specie prendano il posto di quelle estinte non significa necessariamente che queste ultime siano più complicate o "migliori" delle precedenti, ma solo che si sono adattate ai cambiamenti continui dell'ambiente: se specie attuali venissero riportate indietro di milioni di anni potrebbero non sopravvivere, e viceversa, se potessimo riportare in vita specie estinte non è detto che si troverebbero a vivere in un ambiente ostile: per quanto ne sappiamo potrebbero anche riprendere il sopravvento... non ragioniamo in termini "tecnologici" secondo cui le nuove macchine che costruiamo sono più complesse e performanti delle precedenti, questo paragone non regge: nuove specie non sono necessariamente milgiori o più efficienti in senso assoluto rispetto a quelle precedenti, forse solo momentaneamente, perchè più adatte in quel momento lì, ma le cose possono cambiare di nuovo.
Certo, esiste un grado di complessità minima, che ci consente di dire che oggi viviamo in un mondo più complesso di quello che c'era all'inizio della vita, ma non possiamo dire che viviamo in un mondo "sempre più complesso" (questo vale semmai per il "nostro" mondo, cioè quello fatto di società umane, economia, storia, scienza e tecnologia, ma è una complessità che abbiamo creato noi, e che non è detto corrisponda alle leggi della natura).