Si, si tre anni di dottorato in fondo passano in fretta. Sei già iscritto?
ngl ha scritto:
chicco ha scritto:
sebago ha scritto:
Se invece intendevi dire che è opportuno e giusto che nell’università, e in particolare nella tua facoltà, si rimuovano gli inutili ostacoli ad un proficuo apprendimento (esempio: docenti introvabili, didattica farraginosa, criteri di valutazione inesistenti, carichi di lavoro improponibili, ecc.), allora mi trovi perfettamente d’accordo. Ma da qui a dire che vi si consiglia (va bene questa definizione?) di promuovere di più (magari per migliorare la “produttività” e tutto quel che ne consegue) ce ne passa.
Purtroppo, però, è proprio quello che sta succedendo... le Università impongono ai docenti un certo numero minimo di esiti positivi nelle varie sessioni d'esame (per cui capita l'assurdo che in certe sessioni il Professore sia costretto a passare
tutti i candidati), perché più esami sostenuti con esito positivo dagli studenti vuol dire più laureati in tempi più brevi e, quindi, maggiori finanziamenti da parte del Ministero.
E' scandaloso, ma è così.
Saluti.

Sarà come dite voi, ma per il periodo in cui ho studiato e dato esami io questa 'pratica' non era assolutamente in voga...ho ripetuto diversi esami e non ne ho visto nemmeno uno (e dico uno solo) in cui TUTTI i candidati siano passati,anzi..certi esami sono stati talmente selettivi da 'stroncare' il 99% dei colleghi (me compreso ovviamente)
questo sia alla triennale che alla specialistica.
Dirò di più..se qualcuno ha conoscenze di università 'facili' mi faccia la cortesia di indicarmele..mi prendo la seconda laurea triennale in elettrica così posso abilitarmi anche in quella sez dell'albo

La facilità o la difficoltà di un corso di laurea è molto relativa. Io non posso e non voglio credere che chi si era arenato con i corsi del vecchio ordinamento, d'improvviso, passando al nuovo ordinamento, sia diventato un genio che macina esami e si laurea in brevissimo tempo. Forse è vero che, pur senza fare generalizzazioni, alcuni professori abbiano ritenuto di dover continuare a svolgere gli esami con gli stessi metodi di prima e, per questo, si ha una così alta percentuale di bocciati, ma tutti i professori che conosco io (e sono un discreto numero, ti assicuro) hanno subito pressioni affinché i programmi venissero ridotti (anche del 50%) e gli esami diventassero più "passabili".
Perché delle due, l'una: o i ragazzi che hanno studiato all'università fino a questa riforma erano tutti asini (e, quindi, i ragazzi che studiano adesso, in confronto, sono dei geni), o c'è qualcosa che non va nell'offerta formativa attuale. Infatti, non mi risulta che sia stata semplificata la "burocrazia" che rallenta l'Università: c'è sempre carenza di aule, i professori sono introvabili, i softwares non sono disponibili, ecc.
Saluti.
