aLUCArd ha scritto:
l'esistenza di un regime tariffario in cui non c'è possibilità di scegliere i professionisti in base al prezzo ma solo in base all'effettiva qualità
il fatto è che questo regime non c'è ora, non c'era prima e non ci sarà mai.
i professionisti non sono MAI stati scelti, nè mai lo saranno, in base alla qualità del progetto, che è un valore astratto e impossibile da quantificare esattamente (intendo, prima di assegnare l'incarico; dopo sì, ma ormai è fatta); sono sempre stati scelti in base agli appoggi politici (quando va male) o alla conoscenza personale (quando va bene), che sono valori concreti.
questa è la pura verità, ed è un procedimento talmente radicato (e per certi versi, senza abusi, pure positivo) che nessuna legge potrà mai estirparlo.
oggi, invece, OLTRE che in base alle conoscenze personali, il professionista può essere scelto ANCHE in base al prezzo, che è uno dei pochissimi parametri oggettivi, che abbia un qualche valore per il committente. Per me è un passo avanti, visto che di conoscenze ne avevo poche.
Si può certamente condividere che i parametri di scelta dovrebbero essere anche altri, ma questi altri parametri devono prima trovare una formulazione oggettiva e che per il committente abbia un qualche significato. quelli cui tu stesso fai riferimento:
aLUCArd ha scritto:
titoli di studio (una laurea è meglio di un diploma, un master è meglio di una laurea), CV, pubblicazioni, esperienze specifiche maturate, relazione con proposte tecniche per il progetto, tempi di consegna, organizzazione staff tecnico dello studio, dotazione tecnica e strumentale
non sono garanzia di alcunchè. Primo perchè la garanzia di mezzi è inutile (possiamo essere anche in trecento e ciascuno con 6 computer, ma se siamo 300 cretini, una persona intelligente da sola è meglio; quanto a pubblicazioni e titoli di studio, tutti sappiamo qual è lo stato dell'università, e il nepotismo che vi regna).
E secondo perchè tale garanzia di mezzi è discriminatoria, ed anzi essa è proprio il grimaldello con cui le grosse società (che tanto ti spaventano) sperano di estromettere i piccoli, giacchè con la loro dotazione di uomini e mezzi (e con la forza economica che deriva, e consente di pagare le università per far sperimentazioni e pubblicazioni) non è possibile competere.
Quindi, dobbiamo decidere qual è lo scenario; se l'amministrazione pubblica è disonesta, tariffa o non tariffa, il modo di assegnare il progetto agli amici, ai ladri, a chi le pare, lo trova.
se invece è onesta, abbisogna di un parametro certo e inequivocabile con cui zittire le malelingue e sottrarsi alle pressioni politiche: questo parametro è solamente il prezzo, non può esisterne nessun altro, perchè sulla carta tutti forniscono tutte le garanzie che vogliono (e nessuno avrà mai la forza di affrontare una causa ultradecennale dopo, quando si vedrà che la carta non corrisponde alla realtà).
Per cui lo spauracchio che agiti, di sanzioni, espulsioni, radiazioni dall'albo ai mediocri di fatto non spaventa nessuno (ma anche se minacciassi castrazioni e impiccagioni, il risultato sarebbe identico), perchè tanto è impossibile trovare un funzionario disposto, per il suo magro stipendio, a prendersi sul groppone le infinite rogne che derivano dal valutare inadeguata una prestazione.
Allora di fatto, alla fine dei discorsi, i casi che ci restano sono solo due: o regime di prezzo uguale per tutti, e progetti assegnati per conoscenza (non per qualità! questa è un'utopia che mai si potrà realizzare nel pubblico, perchè gli incarichi sono potere, e il potere non viene mai dato ad uno sconosciuto in cambio di nulla, soltanto perchè c'è scritto su un foglio che se lo merita); oppure "libertà" di prezzo e maggiore competizione: son di più i rischi, ma anche le opportunità.
Tutto sta a capire di quante conoscenze si dispone; meno sono, e più si è favorevoli all'abolizione della tariffa.