enrico ha scritto:
spirit ha scritto:
enrico ha scritto:
nel primo caso non ci si scappa. bisogna fare le verifiche sul sigolo appartamento come se il resto del mondo non esistesse. tenedo conto però che l'appartamento non riscaldato, se il condominio è residenziale (e non, per inciso, la "casa delle vacanze") è difficile che scenda sotto i 14°C.
quindi quando calcolo(legge 10 - D.Lgs. 192/05) le dispersioni di una parete confinante con un altro appartamento, e non con l'esterno, come delta T devo considerare 20 (temperatura di progetto) - 14 = 6 gradi???
direi che è esatto.
direi che dipende, ovviamente, dalla temperatura esterna: se d'inverno fa freddo (-5°C), 14 gradi è un valore esagerato, 10 è più realistico (le nuove norme includono cmq anche una maniera di calcolare la temperatura dei locali non riscaldati anche d'inverno).
enterprise ha scritto:
Sì, avevo premesso che mi riferisco ad appartamenti dotati di impianti distinti.
Dunque nessuno è d'accordo con il mio ragionamento sul consumo energetico? Io credo che se la legge vuole limitare i consumi, la verifica dovrebbe essere fatta (
convenzionalmente) nel caso che prevede i consumi più elevati, cioè quello in cui tutti gli impianti sono gli ambienti siano mantenuti a 20 gradi.
Nessuno nessuno?

stai prendendo un granchio: la legge prevede che i calcoli legge10 debbano esaminare il sistema edificio-impianto, ragion per cui se ci sono 10 appartamenti con 10 caldaie, devi presentare 10 relazioni diverse: non puoi presentare un'unica relazione cumulativa.
Ed è ovvio, quindi, che per ciascun appartamento (=sistema edificio-impianto) il caso peggiore è quello con i limitrofi "spenti".
Bisogna considerare che lo spirito della legge (che ha reso obbligatoria la contabilizzazione degli impianti centralizzati) sarebbe quello di utilizzare il centralizzato sempre e comunque, tranne nei casi in cui effettivamente alcuni appartamenti possono essere spenti (per esempio, nelle seconde case): in tale situazione, che nelle intenzioni della legge dovrebbe essere marginale (anche se così purtroppo non è, per ragioni diciamo "culturali"), si è obbligati a tener conto delle dispersioni aggiuntive.
I terminali dei due impianti andranno dimensionati in entrambi i casi nello stesso modo (più o meno), viceversa nel caso centralizzato la potenza installata sarà nettamente minore, proprio perchè in quel caso le condizioni di consumo massimo sono con impianti tutti accesi: questa cosa andrebbe spiegata alla committenza che crede di risparmiare con gli impianti autonomi...
se la legge 10 fosse una cosa seria, gli impianti autonomi sarebbero vietati del tutto (o cmq fortemente disincentivati, per esempio con una tassa-kyoto); putroppo, viviamo pur sempre nel mondo reale.
dts ha scritto:
Benché io sia molto confuso sull'argomento (basti vedere quante domande ho fatto in passato), mi stò orientando e convincendo di considerare gli appartamenti limitrofi, anche in caso di impianti autonomi, come dici tu: accesi.
attenzione: ciò non solo è una violazione della legge (evabbeh, tanto in italia...), ma soprattutto mette a rischio il comfort degli utenti nel caso in cui gli appartamenti fossero poi spenti davvero: per 4 soldi di isolamento, si rischia di farsi la fama di costruttore/progettista incapace...