"Utente Cancellato" ha scritto:
krok ha scritto:
1) cercavo di capire quale potesse essere l'ordine di idee, della percentuale dei già pensionati con pensioni superiori a €. 63.492;
2) In Inps, tale popolazione è circa l'0,84 % (ovvero si cerca un termine di confronto tra campioni);
3) A spanne, pervenivo che in Inarcassa (considerando tutte le differenze del caso), dovrebbe aggirarsi a circa il 3% (i numeri al lotto secondo krik).
Non so quanti possano essere in Inarcassa, e comunque ci sarebbe una forte distorsione nel confronto, dovuta al fatto che le pensioni iniziali Inarcassa arrivano al max a quelle cifre, mentre per quelle INPS non c'è un limite superiore
Secondo me si potrebbe ipotizzare in qualcosa dell'ordine dell' 1%-2% (tu dici 3%) degli iscritti con redditi medi rivalutati pari ad almeno 90.000, con media a 120.000 (su 40 anni, valori reali) come ho ipotizzato (per analogia a quanto avviene per i redditi dei pensionati INPS).
Io ragionavo comunque su una misura permanente (sia pure per assurdo, in quanto impraticabile), quindi mi riferivo a 160.000 persone; se si guarda solo al passato sarebbero poche centinaia come dici tu.
Ed in ogni caso si premierebbe chi ha meno bisogno, e si penalizzerebbe chi ha sputato l'anima per pagare le pensioni a chi li ha preceduti non avendo praticamente mai versato contributi (al loro confronto, a meno che non li abbiano persi per gli effetti della guerra);
Sono quelle persone che hanno fatto crescere il PIL per 2 decenni al 5,5%-6% e per altri 2 al 3%, sarebbe una grave ingiustizia.
Ogni tanto proviamo a rovesciare il discorso: non guardiamo ai redditi (d cui ai contributi) ma al PIL prodotto a parità di redditi da quelle generazioni e quelle attuali. Il confronto fatto tra incrementi di PIL prodotti è più corretto, il reddito ed i contributi sono solo una convenzione in vigore al momento in cui si produceva, di loro si perde traccia, del PIL no.
Cita:
Sono quelle persone che hanno fatto crescere il PIL per 2 decenni al 5,5%-6% e per altri 2 al 3%, sarebbe una grave ingiustizia.
Ogni tanto proviamo a rovesciare il discorso: non guardiamo ai redditi (d cui ai contributi) ma al PIL prodotto a parità di redditi da quelle generazioni e quelle attuali. Il confronto fatto tra incrementi di PIL prodotti è più corretto, il reddito ed i contributi sono solo una convenzione in vigore al momento in cui si produceva, di loro si perde traccia, del PIL no.
Sarebbe tutto condivisibile e giusto se non fosse per un fatto: il sistema è a ripartizione, quindi si possono ripartire le risorse se ci sono, ma se chi produce oggi ha il suo reddito dimezzato, dove lo prendi?
Se li avevi messi in banca, te li avrebbero restituiti con gli interessi. Ma il sistema a ripartizione prevede che se ci sono le vacche grasse i tuoi versamenti anche ridicoli, possono essere moltiplicati a dismisura come è avvenuto, ma se il PIL crolla avviene che l'incidenza delle pensioni sul PIL (sono servizi pubblici finanziati con le imposte) aumenta.
http://www.istat.it/it/assistenza-e-previdenzaMa se vai a vedere cosa fanno in Europa, vedi che questa incidenza delle pensioni sul PIL, i paesi più sani se la scordano.