
Utilizzare il sistema del verde verticale per effettuare l’intervento di riqualificazione edilizia di una parete, significa sostanzialmente integrare un manufatto esistente mediante una serie di stratigrafie aggiuntive (più o meno complesse a seconda che si tratti di chiusure vegetate o rivestimenti vegetali), dotando la chiusura esistente, o la sua risultante tecnologica conseguente ad alcune lavorazioni preparatorie, dei vari sottosistemi primari o secondari necessari all’inverdimento (Ad esempio attraverso la rimozione delle stratificazioni tecnologiche ritenute inopportune o non più funzionali, o tramite delle lavorazioni di cantiere tese alla risoluzione delle eventuali incongruità tecniche reciproche fra i vari strati tecnologici, che potrebbero condurre a problematiche interstiziali future o a malfunzionamenti nel comportamento globale della chiusura).
Condizione fondamentale all’impiego del verde verticale nel recupero edilizio è che presso il luogo d’intervento vi sia un’adeguata disponibilità di spazio, finalizzata alla sistemazione e al montaggio delle varie stratigrafie tecnologiche necessarie (ad esempio sottostrutture di mediazione o supporto ai vari apparati d’inverdimento, strati di tenuta e antiradice, impianti tecnologici ecc.). L’integrazione dei sistemi del verde verticale al costruito si rivela, comunque, una pratica relativamente semplice da gestire e che, per contro, riesce a garantire un’apprezzabile qualità formale del manufatto post-intervento, unitamente a elevate doti di rinaturalizzazione urbana ed efficienza energetico-ambientale globale.

Stoccolma (Svezia), studio legale, Strategisk Arkitektur-Gretchen Milliken-Jonas Ericsson, 2010. Il muro vegetale è stato installato su una parete pre-esistente durante i lavori di ristrutturazione dello studio. Il sistema d’inverdimento si chiama Plantwall e appartiene alla ditta svedese Green Fortune

Lisbona (Portogallo), Natura Towers, GJP Arquitectos, 2009. All’interno del tessuto urbano della città portoghese, un inverdimento parietale di 235 m² (eseguito dalla ditta svedese Vertical Garden Design) contribuisce a ricondurre delle superfici a verde all’interno del centro urbano © Michael Hellgren, http://www.verticalgardendesign.com
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Aspetti comportamentali e acustica
Essendo le chiusure vegetate generalmente composte da stratigrafie tecnologiche complesse e da spessori considerevoli, esse possono apportare sensibili miglioramenti nelle prestazioni complessive del pacchetto tecnologico di chiusura; inoltre, essendo una tecnica simile a quella delle pareti ventilate ne consente un’ulteriore possibilità di miglioramento tramite l’inserimento di strati coibenti.
Grazie ai vari sottosistemi e componenti che concretizzano il pacchetto tecnologico, le prestazioni acustiche delle chiusure vegetate si rivelano interessanti.

Copenhagen (Danimarca), muro vegetale presso la European Environment Agency (EEA), Johanna Roßbach, 2010. In occasione dell’anno mondiale della biodiversità la facciata della sede danese della EEA è stata integrata tramite una chiusura vegetata – la prima all’esterno in Danimarca – che, mediante l’impiego di circa 5.000 piante, ripropone il disegno della mappa dell’Unione Europea © EEA, http://www.flickr.com/photos/europeanenvironmentagency/4702792851/in/set-72157626502977724

Copenhagen (Danimarca), muro vegetale presso la European Environment Agency (EEA), Johanna Roßbach, 2010. Il sistema d’inverdimento consta di una griglia metallica connessa alle chiusure dell’edificio pre-esistente, ospitante a sua volta dei feltri sintetici che fungono da substrato d’impianto. Il tutto è servito da un sistema fertirrigante. Si pensi al beneficio non solo estetico e di rinaturalizzazione urbana che tale elemento può garantire, ma anche al contributo nell’abbattimento dell’inquinamento acustico di una città come Copenhagen © Ciprian Marius Vizitiu, http://www.f lickr.com/photos/europeanenvironmentagency/4628719593/in/set-72157626502977724
Il concetto dell’aggiunta di stratigrafie coibenti è pienamente valido anche in questo caso, in quanto la possibilità della mitigazione acustica si basa su concetti, singoli o combinati, come massa volumica ed “effetto massa-molla-massa”. La prima caratteristica che contribuisce all’innalzamento del potere fonoisolante di un qualsiasi elemento architettonico è proprio la sua massa totale, che collabora all’abbattimento della trasmissione dell’onda sonora da un punto all’altro dello spazio in modo pressoché proporzionale al proprio peso.
Ciò si aggiunge all’altro effetto importante per le prestazioni acustiche di chiusura, ossia l’“effetto molla”: questo gioca un ruolo importante per la neutralizzazione dei cosiddetti ponti acustici, quindi nella trasmissione sonora che avviene attraverso vibrazione.
Le chiusure vegetate, e soprattutto quelle dotate di una certa massa volumica (che dipende principalmente dall’entità e dallo spessore del substrato), potrebbero quindi fornire apprezzabili doti di abbattimento acustico: in forza della massa garantita da substrati e da eventuali altri apparati o sottosistemi, e conseguentemente all’effetto molla e di disgregazione dell’onda sonora assicurata sia dalle piante che dalle altre parti non rigide del sistema, esse possono contribuire alle prestazioni di fonoisolamento e fonoassorbenza di un edificio o di uno spazio.
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